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Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) II.djvu/232

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LE FENICIE 229

mura. Deh, mai non sia,
ché la sciagura degli amici è mia.
Se questa terra un mal soffre, partecipe
ne sarà la Fenicia.
Ahimè, ahi! consanguinea
è la nostra progenie, siam germogli
comuni d’Io cornigera14:
i lor cordogli sono i miei cordogli.

Anastrofe II

E intorno a Tebe, un nuvolo
fitto di scudi, folgora
una parvenza orribile
di guerra. E Marte presto
recherà dell’Erinni il cruccio infesto
ai figliuoli d’Edipo. M’atterriscono
il tuo valor, pelàsgica
Argo, e il voler dei Superi:
perché quei che su Tebe, d’armi onusto
or s’avanza, rivendica
i Lari suoi: non è l’agone ingiusto.