Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) II.djvu/247

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io sono pronto, quando il mio recuperi,
a ritirar l’esercito da Tebe,
a rimaner nella mia casa il tempo
che a me si spetta, e per un tempo uguale
consegnarla a costui, senza la patria
mettere a sacco, e soverchiar le torri
coi gradi della scala; ove giustizia
poi mi si neghi, farlo io tenterò.
E di ciò testimonî invoco i Numi
ch’io secondo giustizia in tutto oprai,
e che privato contro ogni giustizia,
fui della patria, empissimo sopruso.
Senza rigiri di parole, tutto
esposi, o madre mia, sí che ben chiaro
e saggi e inculti il mio buon dritto vedano.

coro

A noi sembra, sebben la terra d’Ellade
non ci nutrí, che tu chiaro favelli.

eteocle

Se belle e giuste fossero per tutti
le stesse cose, alcun dissenso ambiguo
mai non sarebbe fra i mortali. Invece,
niun punto v’ha per tutti uguale o simile,
tranne a parole; ma di fatti, no.
Tutto, o madre, dirò quello che sento,
e nulla occulterò. Sin dove sorgono
le stelle, in aria andrei, sin nelle viscere