Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) II.djvu/272

Da Wikisource.

LE FENICIE 269


di Tebe, nel guado ove gèmine
le vene convengono
di Dirce, che irrorano
piú oltre la florida
pianura d’Ismeno. Ed Io, l’avola
cornígera, ai principi
cadmèi qui die’ vita; e miríadi
di beni a miríadi s’aggiunsero
per questa città ch’or negli ultimi
cimenti di Marte pericola.