Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) II.djvu/281

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278 EURIPIDE

è pronto già. Questo fanciullo solo
v’è, sacro alla città, che con la vita
salva la patria sua fare potrebbe.
Un ritorno ben duro avranno Adrasto
e gli Argivi per lui: ch’esso la Parca
livida getterà sulle lor pàlpebre,
e Tebe illustrerà. Sceglier fra i due
or devi tu: salvar la patria, o il figlio.
Quanto volevi or sai tutto. — O figlio,
or tu guidami a casa. — Oh, quei ch’esercita
degli oracoli l’arte, è troppo stolto:
se infesti eventi egli predice, inviso
riesce a quelli a cui li presagí:
se invece per pietà dice menzogne,
offende i Numi. Febo sol dovrebbe,
che nulla teme, dar responso agli uomini.

corifea

Perché taci, Creonte, e il labbro serri?
Non men di te me lo stupor percosse.

creonte

Dire che mai potrei? La mia risposta
ben s’indovina. Sciagurato mai
non sarò tanto, che alla patria immoli
il figlio mio. Sinché vivono, gli uomini
amano i figli; e niun concederebbe
che fosse ucciso il figlio suo. Non venga
ad esaltarmi alcuno, allor che uccisi