Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) II.djvu/303

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Entra Creonte, in preda alla disperazione.

creonte

Ahimè, che devo far? Gemere, piangere
la mia città, che da tal nembo è cinta
da sprofondarla in Acheronte? E morto
per la patria è mio figlio, e fama ottenne
gloriosa per lui, per me funesta.
Dalla rupe del drago, ov’egli morte
diede a sé stesso, lo raccolsi or ora,
misero me, con le mie man lo addussi
e tutta un pianto è la mia casa. E giungo,
io vegliardo, alla mia vecchia sorella,
a Giocasta, perché lavi ed esponga
il figlio mio, che piú non è: ché deve
render, chi non è morto, ai morti onore,
culto rendendo al Nume sotterraneo.

coro

Uscita dalla reggia è tua sorella,
Creonte, e insiem con lei la figlia Antigone.