Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) II.djvu/61

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58 EURIPIDE


medea

Creonte, re di questo suol corinzio.

egeo

Meriti scusa, se t’affliggi, o donna.

medea

Son morta; e dalla terra anche mi scacciano.

egeo

Chi ti discaccia? Un nuovo mal m’annunzi.

medea

Da Corinto m’esilia il re Creonte.

egeo

E Giasone acconsente? Oh, non lo lodo!

medea

Non a parole; ma lo brama, e finge
di tollerarlo. Ora io, per il tuo mento,
per le ginocchia tue ti prego, e supplice
dinanzi a te mi prostro: abbi pietà,
abbi pietà di me misera, sola
cosí non mi lasciar, cosí raminga,
ma nel paese e nella casa tua,