Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) III.djvu/135

Da Wikisource.
132 EURIPIDE

La gran felicità, la fama, ignoro
per chi siano sicure. Addio. Per l’ultima
volta vedete il vostro amico, o vecchi.
Durante le ultime parole del vecchio Megara fissa gli occhi verso un punto lontano. Ad un tratto, prorompe.
megara
Ahimè! Mio vecchio padre,
vedo il bene mio sommo? O che dirò?
anfitrione
Non lo so, figlia: anch’io muto rimango.
megara
Questi è colui che si dicea sepolto,
se pur di sogno ombra non è, che in piena
luce vediamo. Che dirò? Nel mio
mortal travaglio, ombre vedo io! Non altri
è costui, che il tuo figlio, o vecchio. Qui,
figli, alle vesti del padre appendetevi,
affrettatevi, su, non lo lasciate,
ch’ei men di Giove non vale a salvarvi.
Giunge Ercole.
ercole
O della casa mia tetto, o vestibolo,
salute! A luce ritornato, quanta