Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) III.djvu/279

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teseo

Che c’è? Forse piombò sopra le due
città vicine una sciagura nuova?

servo

Per dirla in un sol motto, è spento Ippòlito:
per pochi istanti ancor vedrà la luce.

teseo

Per man di chi? L’inimicizia forse
d’alcuno avea contratto, a cui la sposa
disonorò, come a suo padre, a forza?

servo

Il suo carro l’uccise, e la sventura,
che tu, pregando il padre tuo, del pelago
signore, contro a tuo figlio imprecasti.

teseo

O Numi, e tu, Posídone, che certo
padre mi sei, che le mie preci udisti!
Come morí? Narra: in qual modo il màlleo
di giustizia colpí quei che m’offese?