Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) III.djvu/294

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IPPOLITO 291

depongo l’ira contro il padre: docile
anche prima ai tuoi detti io sempre fui.
Ahimè, sugli occhi già scende la tènebra.
Prendimi, o padre, il corpo mio solleva.

teseo

Ahimè, che fai di me misero, o figlio?

ippolito

Muoio: le porte già veggo degl’Inferi.

teseo

Di tal colpa macchiato il cuor mio lasci?

ippolito

No, ché del tuo delitto anzi t’assolvo.

teseo

Che dici? Me del sangue sparso affranchi?

ippolito

Teste mi sia la cacciatrice vergine.