Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) IV.djvu/111

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108 EURIPIDE

spingea dei piedi a vincere,
chiuso nell’armi, in gara una quadriga.
Eumèlo era l’auriga,
di Ferète il nipote; ed alti gridi
levava; e con la sferza i suoi bellissimi
corsier’ dall’aureo morso
spinger lo vidi al corso.
Quelli vicini al giogo, aveano macule
di crini bianchi;
e quelli ai fianchi,
che vario il giro nelle curve segnano,
rossi l'avean nell’altre membra, e vari
sovra i pié solidunguli.
Iva con essi a pari
d’Eaco il nepote,
chiuso nell’armi, e il cerchio
sfiorava e i mozzi alle volanti rote.

Strofe II

Vidi cosí le navi innumerevoli,
spettacolo ineffabile,
onde paghe feci io — piacer dolcissimo —
le femminee pupille.
L'ala destra occupava, con la furia
di cinquanta navigli, la compagine
Ftiòta dei Mirmidoni.
Emblemi delle navi, aurate immagini,
sopra le poppe, stavan le Nerèidi
alle navi d’Achille.

Antistrofe II

Accanto ad essi, degli Argivi stavano
le navi, in ugual numero.