Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) IV.djvu/244

Da Wikisource.

IFIGENIA IN TAURIDE 241

nel tempio entrate, e preparate tutto
che in questi casi occorre, e il rito impone.
Le ancelle entrano nel tempio. Ifigenia si rivolge ai due giovani.

Ahimè!
Qual’è la madre che vi generò?
Il padre quale? E la sorella vostra,
se pur l’avete, in voi quali fratelli
perderà! Ma nessun può dei mortali
conoscere il destino. Al buio rèpono
tutti i decreti dei Celesti, e niuno
può verun male preveder: li adduce
sempre la sorte per ignoti tramiti.
Stranïeri infelici, onde giungeste?
Dopo un lungo viaggio, a questa spiaggia
siete pur giunti; e giacerete a lungo
dalla patria lontani, in questa terra.

oreste

Perché gemi cosí? Perché ci affliggi,
o donna, quale che tu sia? Non bastano
i mali che su noi gravano? Saggio
non credo io l’uom, che presso a morte vuole
della fine il terror vincer coi lagni,
quando speranza piú non c’è. D’un male
ei ne fa due: muore ugualmente, e acquista
fama di sciocco. Libera conviene
lasciar Fortuna. E tu non ci compiangere.
Sappiam che sacrifici qui si compiono.

Euripide - Tragedie. IV - 16