Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) V.djvu/115

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oreste

                                        O Tindàridi,
anche a me favellare è concesso?

il dioscuro

Anche a te: questa impresa omicida
la imputo ad Apollo.

oreste

Come mai, Numi essendo, e fratelli
dell’estinta, lontan dalla casa
non teneste le Parche?

il dioscuro

                                        La forza
del Destino sospinse gli eventi,
e di Febo il men saggio responso.

elettra

Ma qual Febo, ma quali responsi
della madre assassina me resero?

il dioscuro

Fu comune lo scempio, e comune
il destino; la colpa dei padri
su entrambi pesò.