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o a difender gli amici incapacissimo,
tu mi volgi le spalle, e fuggi, e nulla
per te sono, i favori d’Agamènnone?
Nella sventura non avesti amici,
o padre. Ahimè, tradito sono, e speme
piú non mi resta: ove potrò rivolgermi,
per fuggire la morte onde minaccia
Argo mi fa? Ma Pílade qui veggo
giunger di corsa, a me fra tutti gli uomini
il piú diletto: viene dalla Fòcide.
O dolce vista! Un uom fido nei mali
meglio val che pei nauti la bonaccia.
Entra in fretta, agitatissimo, Pilade.

pilade

Traversata ho la città presto piú ch’io non dovessi,
perché udito ho ch’era il popolo radunato; e coi miei stessi
occhi pur l’ho visto, E a morte posto súbito sarai,
tu con la sorella. Or donde questo avviene? Come mai,
dilettissimo fra quanti son compagni agli anni miei,
degli amici e dei parenti? Ché parente e amico sei.

oreste

Son perduto: tutti i mali miei cosí t’ho detto in breve.

pilade

Anche me struggi: l’amico con l’amico morir deve.