Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) V.djvu/27

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24 EURIPIDE

l’aio antico del padre lo rapí,
a Strofio lo recò, per allevarlo,
nella terra di Fòcide. Restò
nella casa paterna Elettra; e quando
giunse per lei l’adolescenza florida,
quanti eran primi nella terra d’Ellade,
la richiesero sposa. Egisto, invece,
per timore che un figlio essa ad alcuno
di quei possenti generar potesse,
vendicatore dell’Atríde, a niuno
mai la concesse, e la trattenne in casa.
Pure, da timor grande, anche cosí,
egli era invaso, che ad alcun di furto
potesse figli generare; e morte
darle decise: la salvò la madre,
sebben crudele, dalle man’ d’Egisto:
ch’ella un pretesto per lo sposo ucciso
aveva pure; ma odïosa rendersi
temea, se i figli trucidasse. E allora,
Egisto tese questa trama: il figlio
d'Agamènnone, ch’ito era fuggiasco
da questa terra, molto oro promise,
chi l’uccidesse; e diede Elettra in moglie
a me, che nacqui, niuno può contenderlo,
da padri micenèi, di stirpe illustri,
ma di sostanze poveretti; e allora
la nobiltà va in fumo. Affin che fosse
poco il timor, la diede a un uom da poco.
Ché, se sposata un uom d’alto lignaggio
l’avesse, certo ridestato avrebbe
lo scempio, ora sopito, d’Agamènnone,
la vendetta colpito avrebbe Egisto.
Ma quest’uomo non mai, può dirlo Cípride,