Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) VI.djvu/129

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ché piangere non vo’ due volte. Or tu
dammi assistenza a ciò per cui qui venni
ai palagi del re: ché veder bramo
Teonòe l’indovina, affin ch’io sappia
dai suoi responsi come possa volgere
con fausto vento della nave l’ala
alla marina Cipro, ove l’oracolo
d’Apollo disse che abitato avrei,
che il nome avrei di Salamina all’isola
posto, in ricordo della patria antica.

elena

Il navigar medesimo a te guida,
ospite, sia; ma questa terra lascia
tu, fuggi prima che il figliuol di Pròteo
ti vegga, re di questa terra. È lungi
ora, coi prodi cani, a cacciar fiere:
ch’esso qualunque stranïero d’Ellade
prende, l’uccide; ed il perchè, non chiederlo
tu, né io lo dirò. Che gioverebbe?

teucro

Onestamente, o donna, parli. I Numi
il beneficio che a me fai ti rendano.
Ad Elena tu sei di forme simile,
ma non di cuore, anzi diversa: possa
quella far mala fine, e dell’Eurota
sulle fluenti non tornare. E a te
prospera sorte arrida ognora, o donna.
Esce.