Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) VI.djvu/155

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elena

Quella che a te diede mio padre Tíndaro.

menelao

Benigni a me fantasmi, Ècate, invia!

elena

Notturna ancella non sono io d’Enòdia.

menelao

Di due donne marito esser non posso.

elena

D’un altra donna sei signor? Di quale?

menelao

D’una dai Frigi addotta. Ora è nell’antro.

elena

Non esiste, me tranne, altra tua sposa.

menelao

Distolto il senno ho forse? O gli occhi falsi?