Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) VI.djvu/18

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ANDROMACA 15


risaltare in questa analisi: rimangono le pitture patetiche e commoventi, che ci mettono sott’occhio, spesso con l’evidenza della vita, la fedeltà della schiava troiana, la puerile trepidazione di Molosso, l'eroismo materno, tanto semplice e vero, della sventurata Andromaca, la generosa e un po’ comica baldanza del vecchio Peleo.

E questa antica e perenne nota d’Euripide, che qui tocca spesso il sublime, e l’evidenza della rappresentazione, e la franca baldanza dell’azione scenica (forse troppo libera, e forse per ardor di neofita d’una nuova concezione), bastano, secondo me, a distinguere l’Andromaca, e a farla emergere dalla sfera della grigia mediocrità (alla quale appartengono, per esempio, gli Eraclidi), nella quale vorrebbe relegarla, quasi concorde, la severa sentenza dei critici.