Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) VI.djvu/207

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204 EURIPIDE

Né te da questa terra a mani vuote Ilio
rimanderò, quando tu compi un’opera
a costei grata. E poiché tu recasti
buone novelle, dei tuoi cenci invece,
tu vesti avrai, provianda avrai, che basti
a ricondurti in patria: ora ti vedo
proprio in miseria. E tu, senza crucciarti
d’un mal senza rimedio.... Al suo destino
soccombé’ Menelao; né mai potrebbe
lo sposo morto piú tornare a vita.

menelao

Convien, Signora, a te. Lo sposo vivo
amar tu devi, ed obliar lo spento:
nella sorte presente il meglio è questo.
E ov’io trovi salvezza, e giunga in Ellade,
se tu moglie sarai quale devi essere,
fine all’antico biasimo porrò.

elena

Sarà cosí; né mai potrà lo sposo
biasimo appormi; e tu, stando a me presso,
ben lo saprai.
a Menelao.

                         Ma ora entra, o tapino,
e un bagno prendi, e càmbiati le vesti:
non vo’ che indugi il beneficio mio;
ché piú volonteroso al mio carissimo
Menelao presterai gli onori debiti,
se me trovata avrai quale esser devo.
Entra nella reggia.