Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) VI.djvu/215

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212 EURIPIDE


teoclimeno

Vuoi che il funebre stuolo io stesso guidi?

elena

No: non servir la serva tua, Signore.

teoclimeno

E sta bene. A voi, dunque, dei Pelòpidi
compiere i riti. La mia casa è pura,
ché non qui Menelao l’alma spirò.
Alcuno vada, e ai miei vassalli imponga
che i nuzïali doni alla mia casa
rechino. Tutta risuonar la terra
d’inni beati per le nozze deve
d’Elena e mie, ché invidïate siano.
A Menelao.

O stranïero, e tu, poi che del pelago
avrai nel sen gittati i doni funebri
pel primo sposo di costei, di nuovo
qui torna in fretta, e la mia sposa recami,
sí che tu possa al nuzïal banchetto
partecipare, e poscia alla tua patria
tornare, o qui fra noi restar felice.
Rientra nel palazzo.

menelao

O Giove, padre dei Celesti e saggio
tu sei chiamato. A noi volgi lo sguardo,