Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) VI.djvu/238

Da Wikisource.

IL CICLOPE 235


Ma nel drammetto d’Euripide le cose procedevano un po' diversamente. Ermete era incaricato, non sappiamo da chi, né perché, di vendere come schiavo a Sileo l’eroe di Tebe. E possediamo tuttora in parte la scena della vendita.

Sileo, prima di vedere il nuovo servo, domandava se per caso non fosse robaccia. Ed Ermete lo rassicurava.

688

Robaccia? Affatto! Devi dir l’opposto!
Dignitoso d’aspetto, e non meschino,
né tutto pancia, come sono i servi;
ma, lo vedessi, tutto lindo e pinto.
Ed un randello ha, poi, che fa’ miracoli.


Ma quando Ercole si presentava, quella «dignità» d'aspetto non convinceva affatto Sileo.

sileo


Chi mai vorrà tirarsi in casa un servo
piú padrone di lui? Tu, chi ti guarda
trema: hai lo sguardo tutto fiamme, come
toro che aspetti d’un leone il cozzo.


Né Alcide si dava cura di fargli mutare opinione. Sicché l’altro insisteva:

Lo stesso aspetto tuo t’accusa: stai
zitto, come ubbidir non mi volessi,
ma far tu da padrone, io da domestico.