Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) VI.djvu/296

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IL CICLOPE 293


ulisse

Se tu sopra un buon pranzo ne tracanni
senza risparmio, ché t’annaffi il ventre
e ti disseti, ti concilia il sonno.
Se ci vai fiacco, il vin ti dà l’arsura.

ciclope

Evviva, evviva!
Eccomi a riva! Oh pura voluttà!
Mi par che cielo e terra insiem confusi
roteïno; e di Giove il trono scorgo,
e dei Celesti le beate schiere.
Mi tentano le Grazie. E non vi voglio
baciare!
Afferra Sileno.

               Ho meco questo Ganimede
bello piú delle Grazie; e mi soddisfano
i ragazzetti meglio delle femmine.

sileno
Esterrefatto.

Ganimede sono io, dunque, o Ciclope?

ciclope

Perdio, certo! E t’involo a questo Dàrdano!

sileno
Reluttando invano al Ciclope che lo trascina.

Figliuoli miei, son fritto! Patirò
l’estremo oltraggio!