Vai al contenuto

Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) VII.djvu/162

Da Wikisource.

ELENA 159


elena

Che dir? Chi mai potuto avrebbe crederlo?
Non t’attendevo, e stretto — pur ti tengo al mio petto.

menelao

Ed io te, che credea venuta ai tristi
spalti di Troia e alla città dell’Ida!
Ma dalla casa mia come partisti?

elena

Ahi, ahi che amari principî riandi,
ahi ahi, che amara ventura dimandi!

menelao

Di’: ciò che i Numi diêr tutto udir voglio.

elena

Ciò che dir ti dovrò — mi fa ribrezzo!

menelao

Pur di’: ché udire il mal passato è dolce.

elena

Di giovinetto barbaro al talamo
con vol di remi, con vol di brame
io già non mossi, d’imene infame.