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Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) VII.djvu/167

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164 EURIPIDE


nunzio

E questa, dunque, è la tua vera sposa?

menelao

È questa: fede a ciò ch’io dico presta.

nunzio

Deh, come, o figlia, è cosa imperscrutabile
e cangevole, il Dio! Come ci avvolge,
ci trascina qua e là: questi patisce,
senza patire va l’altro in rovina,
e certezza non ha mai della sorte.
Tu con lo sposo tuo travaglio aveste,
tu per la fama tua, quegli nell’impeto
delle battaglie. E s’affannò, né nulla
ottenne, mentre s’affannava; e adesso,
quando piú non cercava, a lui spontaneo
il bene arriva e la fortuna. Dunque,
al vecchio padre, a Càstore, a Polluce,
onta non arrecasti, e non compiesti
ciò che narra la fama! Or le tue nozze
evoco nuovamente, or mi ricordo
delle faci che presso alla quadriga
io correndo recavo; e tu sul cocchio
lasciavi accanto a lui, sposa novella,
la tua casa opulenta. Oh tristo chi
non onora i padroni, e non gioisce
con loro, e ai loro mal’ non si rammarica.
Per me, sebbene schiavo a luce io venni,