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Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) VII.djvu/62

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ANDROMACA 59

forse temevi? — Vieni qui, fanciullo,
del mio braccio al riparo, e meco sciogli
i lacci di tua madre. In Ftía, fierissimo
nemico a questi due, t’educherò.
Se della lancia il pregio, e della guerra
vi si toglie il cimento, in nulla, siatene
certi, o Spartani, prevalete agli altri.

coro

È la stirpe dei vecchi al freno indocile,
né trattener li puoi, quando s’infuriano.

menelao

Troppo alle ingiurie sei proclive. A Ftía
non venni a far sopruso, e indegnità
commettere non voglio, e non patirle.
Ora, perché tempo non ho d’avanzo,
torno alla patria mia. C’è, presso a Sparta
una città, che innanzi amica m’era,
e adesso da nemica opera. Io stringerla
voglio d’assedio, e in mio potere averla.
E quando avrò secondo il mio volere
disposte ivi le cose, tornerò.
E a faccia a faccia, allora, con mio genero
dirò le mie ragioni apertamente
e udrò le sue. Se punirà costei,
se d’ora in poi riguardo avrà per noi,
riguardo avrò per lui: se giunge irato,
troverà l'ira nostra: avrà ricambio