Pagina:Tragedie di Sofocle (Romagnoli) I.djvu/172

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465-482 FILOTTETE 145

neottolemo
165E di chi parli mai, se non d’Ulisse?
filottete
Di lui non parlo; ma un Tersìte c’era,
che non potea, quand’anche protestassero
tutti, star pago a un sol discorso. Or vive?
neottolemo
Visto non l’ho; ma udito ho dir che vive.
filottete
170Di certo, sì: ché niun malvagio mai
giunge a rovina; n’han tutela i Dèmoni.
Questi, i bricconi e i furbi si compiacciono
lungi tenerli dall’Avemo, e i buoni
sempre, e gli onesti, invece li respingono
175lungi da sé. Quale giudizio fare
da ciò, che lode, quando esalto l’opere
dei Numi, ed empî i Numi stessi io trovo?
neottolemo
Del padre Etèo progenie, io d’ora innanzi
contemplerò da lungi Ilio e gli Atridi,
180ed in guardia starò: ché, dove il tristo
più potere ha del buono, e l’onestà
distrutta cade, e il vile impera, io mai