Pagina:Tragedie di Sofocle (Romagnoli) I.djvu/192

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808-833 FILOTTETE 165

filottete
Eccolo, figlio: prendilo e scongiura
la mala sorte, che per te non siano
810causa di grave affanno, come furono
per me, per chi prima di me già l’ebbe.
neottolemo
Ciò avvenga, o Numi; e spinga un vento prospero
rapidamente il nostro legno dove
dispone il Nume, ed il viaggio è vòlto.
filottete
815Temo che il voto írrito resti, o figlio.
Dal fondo già delle mie carni, stilla
vivido sangue, e un nuovo attacco io temo.
Ahi, ahi!
Ahi, piede mio, che mal tu mi procacci!
820Già repe,
repe già presso il male. Oh me tapino!
La mia sorte or vedete: oh, non fuggite!
Deh, straniero cefallenio, tale
traversasse una doglia il fianco tuo
825da parte a parte! Ahimè misero, ahimè,
anche una volta, ahimè! Deh, se poteste
Agamènnone re, re Menelao,
le doglie mie soffrire! Ahimè, ahimè!
Morte, morte, perché, sempre invocata,
830giorno per giorno, a me giunger non sai?
O figlio, o generoso, almen tu prendimi,
e in questa vampa che da Lemno ha nome,
bruciami, o generoso: a un atto simile,