Pagina:Tragedie di Sofocle (Romagnoli) II.djvu/157

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154 SOFOCLE 525-541

corifeo
525Con entrambe le man rami d’ulivo
offri, tre volte nove; e cosí prega...
edipo
Come? Fa’ ch’io lo sappia; ha gran rilievo.
corifeo
Che, poi che nome han di benigne, accolgano
con cuor benigno a salvamento il supplice.
530E tu stesso per te chiedi, o chi altri
voglia, per te; ma che non s’oda il prego:
muto; né grido emetta. E s’allontani,
senza volgersi, poi. Quando avrai ciò
compiuto, ardire avrò che teco io resti;
535non prima, ospite: avrei timor per te.
edipo
O figlie, avete dunque udito gli ospiti?
antigone
Udimmo: ciò che far si deve, imponi.
edipo
Compier non posso io ciò; non son capace
di vedere, d’oprare: il male è duplice.
540Ma vada una di voi, che il tutto effettui:
ché basta, credo, solamente un’anima,