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Pagina:Tragedie di Sofocle (Romagnoli) II.djvu/212

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1400-1432 EDIPO A COLONO 209

1400figlio d’Enèo. L’argivo Etèoclo terzo,
Ippomedonte quarto: l’inviò
Talào suo padre. Il quinto è Capanèo:
Tebe si vanta che al fuoco darà,
che la sterminerà. Sesto si lancia
1405Partenopèo d’Arcadia. Ebbe tal nome
perché lo generò dopo la lunga
prisca verginità sua madre: è fido
d’Atalanta rampollo. Ed io, che sono
tuo figlio e non tuo figlio — ché me certo
1410la Mala Sorte generò, ma pure
detto son tuo — le schiere d’Argo intrepide
contro Tebe conduco. Or, tutti noi,
per le tue figlie ti preghiamo, o padre,
per la tua vita t’invochiam, ché l’ira
1415tua grave plachi tu verso quest’uomo
che del fratello a vendicarsi muove
che dalla patria mi scacciò, m’escluse.
Poiché, se fede alcuna è negli oracoli,
chi te compagno avrà, vittoria avrà.
1420Per le fonti or ti prego, e per i Numi
di nostra gente, che m’ascolti, e ceda:
ché sono esule anch’io, mendico sono,
ed esule sei tu: blandendo altrui
trovammo entrambi un tetto: ugual destino
1425avemmo in sorte; e nella casa nostra,
misero me, quegli è padrone, entrambi
c’irride, e superbisce. Or, tutto ciò,
se tu secondi il mio disegno, in breve,
e con piccolo sforzo io sperderò,
1430e nella casa tua ti condurrò,
t’insedierò, me stesso insedierò,
a forza l’altro scaccerò. M’è lecito

Sofocle - Tragedie, II - 14