Pagina:Tragedie di Sofocle (Romagnoli) II.djvu/255

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252 SOFOCLE 18-41

io null’altro mi so: né più felice
né sventurata più di pria mi reputo.
antigone
20Ben lo sapevo; e fuori del vestibolo
perciò ti trassi; per parlarti sola.
ismene
Che c’è? Qualche tuo detto oscuro sembrami.
antigone
Non sai tu che Creonte, onor di tomba
concesse all’uno dei fratelli nostri,
25l’altro mandò privo d’onore? Etèocle,
come la legge e la giustizia vogliono,
sotto la terra lo celò, ché onore
fra i morti avesse di laggiù; ma il corpo
di Poliníce, che perí di misera
30morte, ha bandito ai cittadini, dicono,
che niun gli dia sepolcro, e niun lo gema,
ma, senza sepoltura e senza lagrime,
dolce tesoro alle pupille resti
degli uccelli, che a gaudio se ne cibino.
35Questo col bando impose il buon Creonte
a te, dicono, e a me — lo intendi? a me! —
e che vien qui per proclamarlo chiaro
a chi l’ignora; e che non prenda l’ordine
alla leggera; e chi trasgredirà,
40lapidato morir dovrà dal popolo
della città. Son questi i fatti. E presto