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Pagina:Tragedie di Sofocle (Romagnoli) II.djvu/305

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302 SOFOCLE 948-970

dei famosi Labdàcidi.
Oh, bruttura del talamo
950materno, oh della mia
madre infelice incestuose nozze,
ond’io misera nacqui!
E deve ad essi or questa maledetta
muovere, presso a loro aver soggiorno.
955E tu fratello, quali tristi nozze
avesti in tuo retaggio!
Morendo, me struggesti
ch’ero tuttora in vita.
corifeo
Santo è dei morti il culto;
960ma chi stringe il potere,
il poter violare
non può: l’émpito ingenito
in te, ti volge a morte.
antigone
Non pianto, non amici,
965non inni nuzïali: a me s’appresta
sol questa via funesta.
Né la sacra pupilla
vedere piú m’è lecito
del sol; per la mia sorte
970da ciglio amico lagrima non stilla.