Pagina:Tragedie di Sofocle (Romagnoli) II.djvu/312

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1088-1110 ANTIGONE 309

creonte
Per prova io lo asserisco: util ne trassi.
tiresia
Sul taglio di fortuna or vai: fa’ senno.
creonte
1090Che c’è? Le tue parole odo, ed abbrivido.
tiresia
Dell’arte mia gl’indizi odi; e saprai.
Mentre io posavo su l’antico seggio
degli auspici, ove il porto a me si schiude
degli aligeri tutti, uno schiamazzo
1095odo strano d’augelli, che strillavano,
punti dall’estro, in voci orride e barbare,
e lacerava l’un l’altro con l’unghie
sanguinolenti. Io me n’avvidi, il rombo
dell’ali era per me sicuro indizio.
1100Io, sbigottito, sopra l’are, súbito
fuoco accesi ardentissimo, tentai
far sacrificio. Ma non divampò
dalla cenere il fuoco: anzi, colò
sulla cenere un viscido rigagno,
1105e fumava, e schizzava; e in aria il fiele
si sparpagliava; e i femori grondanti
nudi restavan dell’omento. Queste
funeree profezie d’ambigui riti
io da questo fanciullo appresi allora:
1110ché guida agli altri io sono, e questi a me.