Pagina:Tragedie di Sofocle (Romagnoli) II.djvu/34

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380-399 EDIPO RE 31

edipo
380Tutta una notte è la tua vita: e me
danneggiare non puoi, né alcun veggente.
tiresia
Fato non è che per mia man tu cada:
Apollo basta, ch’à di ciò pensiero.
edipo
È di Creonte questa trama, o tua?
tiresia
385Non Creonte: sei tu la tua rovina!
edipo
Oh ricchezza, oh potere, arte che l’arte
superi nella troppo invida vita!
Quanto livore presso voi s’accoglie,
se per questo poter, che in man mi diede
390la città, né lo chiesi, ora Creonte,
il fido, il vecchio amico, occultamente
s’intrude, e vuole espellermi, e suborna
questo stregone, cucitor d’insidie,
ciurmador frodolento, che ben vede
395solo nel lucro, e che nell’arte è cieco!
Tu saggio vate? Ed in che, dunque? dimmelo!
Dimmi, perché quand’era qui la cagna
cantatrice d’enigmi7, alcuno scampo
non trovasti ai Tebani? E sí, l’enigma