Vai al contenuto

Pagina:Tragedie di Sofocle (Romagnoli) III.djvu/13

Da Wikisource.
10 SOFOCLE 20-49

20ché, chiaro già, del sole il raggio suscita
le mattutine voci degli augelli
distintamente, e la stellata negra
notte trapassa. Or, pria che il letto alcuno
lasci, teniam consiglio: al punto siamo
25che non conviene indugio, e tempo è d’opere.
oreste
O su tutti i famigli a me diletto,
come palesemente a me dimostri
l’amore tuo per me! Come, anche vecchio,
generoso corsier, mai nei pericoli
30l’animo abbatte, anzi le orecchie drizza,
cosí tu pure or ci sospingi, e in prima
fila muovi con noi. Perciò ti svelo
il proposito nostro; e aguzzo tu
l’orecchio porgi ai miei discorsi, e dove
35io fallisca alla mira, ivi correggimi.
Giacché, quando all’oracolo di Pito2
mi recai, per saper quale vendetta
trarre potrei su chi mio padre uccise,
Febo cosí come ora udrai rispose:
40ch’io stesso, senza scudi e senza esercito
compiere di mia man la giusta strage
con l’inganno dovessi. Or, poiché tale
fu l’oracolo udito, in questa casa
tu entra, come a te se n’offra il destro,
45e tutto apprendi ch’ivi entro si fa,
ché chiaramente a noi ridirlo possa:
ché te, vecchio qual sei, d’anni cadente,
non riconosceranno, alcun sospetto
non avranno di te, cosí fiorito