Pagina:Trattati d'amore del Cinquecento, 1912 – BEIC 1945064.djvu/186

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Panfilo. S’eglino ameranno, non è dubbio che a qualche tempo non siano amati. Perché, come suol dire il gentilissimo messer Alessandro Lioni, le donne, o per capriccio o per tedio, concedan talvolta quello che esse hanno lungamente negato: dico l’animo e la volontá loro. Ama dunque, o Silio, perché, amando, a qualche tempo aggiugnerai a quella gioia, a quella dolcezza, a quei contenti che hanno quelle due anime, che, insieme trasformate l’una nell’altra, vivano e prendano il cibo dell’una e dell’altra. Aggiugnerai, dico, a quello effetto, col qual noi facciamo il genere nostro immortale, e eh’è solo in tante miserie talvolta sollevamento e ricreazione degli animi nostri.

Silvio. Troppo avremo che sperare, quando fusse il vero che sempre l’amante fusse alla fine amato. Ma la pruova dimostra le piú volte il contrario. Voi dovete conoscer messer Lodovico.

Panfilo. Conosco.

Silio . Egli ha cinque anni che, preso dalla leggiadria e dalla vaga beltá di una nobilissima donna, si è per la crudeltá di lei condotto a tale, che poco si spera per lui di buono. S’imagina che ella l’ami tacitamente, e, fatto fondamento sopra alcuni accidenti, i quali per aventura sono avenuti a caso, non può creder, con tutto che ella gli usi ogni crudeltá, che ella non l’ami alquanto. Ha per lei fatto e fa quel tanto che si conviene a persona che non viva piú in se medesima. Egli, scontento, mai non ride, mai non favella: stassene separato dagli altri e, gravemente infermo dell’animo, è divenuto macilente e quasi insensato. Che direte voi qui?

Panfilo. Non posso per queste parole giudicar s’ella si curi di lui; ma, quando io sapessi uno de’ tanti accidenti che tu di’, forse sentiresti qualche cosa.

Sino. A principio, trovandosi a qualche festa, ove ella con l’altre donne si diportava, ebbe guardi, ebbe parole. Laonde egli, salito in speranza, non considerando che ella è donna, per natura, austera, che poco si cura delle cose del mondo, che ha solamente messo il suo fine nel governo di casa e che è, si può dir, l’imagine della castitá, si messe a scriverle. E, posta la lettera in luogo ove ella passava, fu da lei raccolta, e, alquanti