Pagina:Trattati d'amore del Cinquecento, 1912 – BEIC 1945064.djvu/284

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di non dare sospizione di questo tuo amore alle persone, e piú alla signora; perché, accorgendosene, ella ti comincierebbe a tener piú stretta, né mai ti lascierebbe andar né a porta né a la fenestra, di maniera che, dove Amore è donatore di gioia e di contento, a te sarebbe dator di doglia e di tormento.

Maddalena. Saprò ben io tenerlo occulto.

Coppina. Tu parli cosa impossibile. Conciosiaché, quantunque in tutte le altre azzioni chiunque ama mal si possa governare col modo della ragione, in due principalmente consiste la maggior difficultá: una son gli occhi, i quali, troppo delle bellezze amate vaghi, mal si possono tener a freno, che non mirino a tratto a tratto ciò che loro aggrada; e sono cosí chiari, che il fuoco interno, per celato che tenuto sia, fuori per essi, come sole per vetro, visibilmente traluce. L’altra è la lingua, la quale, come stormento molto piú atto di tutti gli altri a fare intendere i segreti del cuore, molte fiate disavedutamente scopre ciò che non si vorrebbe far palese; tanto piú nelle imprese amorose, percioché niuna cosa è piú grata a uno innamorato quanto il ragionare della cosa amata in absenza sua, e, per conseguente, niuna cosa è piú difficile a uno amante che lo astenersi dal ragionarne. Con tutto ciò, se a modo mio ti governerai, faremo che la signora non se ne avederá, né alcun altro.

Maddalena. Io sarò la discepola e voi la maestra, e tanto appunto farò quanto voi mi direte.

Coppina. Se hai questo animo, io passerò avanti, conducendoti col mio parlare a quel fine, che Amor dona a chi con ingegno nel suo pelago si governa. Ma, se di cosí fare non ti dá il cuore, io farò qui fine al parlar mio: perché, avedendosene, come io t’ho detto, la signora, fia assai meglio per te che piú inanzi non sappi, non potendo annoiare l’animo nostro quello di che non s’ha cognizione; dove, sapendolo e non lo potendo mettere ad essecuzione, di troppo dolore cagione ti sarebbe.

Maddalena. Deh! seguite, Coppina mia, ché, di quanto io prometto, non sono mai per mancare.

Coppina. Son contenta. Ora avvertisci una cosa, figlia: qualvolta ti sará data occasione e comoditá di ragionare con l’amante,