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doglia 139



Nifo e Socrate.

Nifo. Che cosa è donna?
Socrate. Ventre, d’inganni e di lussuria pregno,
pungente spino, d’ossa, carne e nerva.



Biondo. Giá piú volte omai ho detto: non potrá piú, dubitando, dimandare il mio maestro che cosa è donna. Nondimeno, ben stanco, credo, ma non satisfatto di quanto gli ha detto Socrate, pertanto perseverando dimanda che cosa è donna, sí come dicesse. — Essendo quella che stirpa la mia radice da mezo il mio core, essendo inimica della mia virtú, essendo continuo mio contrasto, essendo per me di sopra terra orrendo inferno, essendo quella che mille volte all’ora me ingiote e sputami tornando al vomito come il cane, che cosa è donna? — Pertanto non è da meravigliarsí che Socrate dica la donna essere «ventre d’inganni», come udirete, perché, di quanto abbiamo detto il mio maestro non essendo satisfatto, non resta novamente de dimandare il savio vecchio pure che cosa è donna. Pertanto, non avendo udito cosa che gli abbi satisfatto, per satisfare non solo a me, ma ancora a tutti quelli che desiano essere in compagnia di questo imperfetto animale, dimanda: — Che cosa è donna? Evi forse la testa d’un corpo umano, involta in trezze bionde? — No. — Èvi il bianco petto, overo alcuna delle mamele d’una verginella? — No. — Èvi alcuna delle sue braccia? — No. — Èvi il suo pede attilato? — No. — Èvi la polposa cossa? — No. — Èvi il suo gorgo senza fondo? — No — sempre rispondeva il vecchio. Imperò il mio maestro, come colui che gionge al trabucco, essendo gionto al membro che voleva il savio vecchio che fusse la donna, subito sogionge dicendo: — Será perciò la donna un ventre, pregno d’inganni e di lusuria! — Sí che, volendo intendere la donna essere tal