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188 ii - angoscia doglia e pena


la donna vostra ornata di ochi tenti di rosso, direte ella essere sticiosa e di animo altiero, sí che la dimandarete «corociaréla» per eccellenzia; perciò tal donna giudicarete essere da poco. Pertanto ve avisa il savio Socrate che conviene che l’uomo amogliato spesso spesso volgia li sua ochi, aciò da la sua donna tale non sia ingannato. Ma il tardo moto degli ochi e pigro acusa la vostra donna esser litigiosa e falsidica. E, perché vi sono varie sorti degli occhi, varie nature di donne e vari costumi {di quali noi abbiamo scrito nel libro Della cognizione de l’uomo), pertanto tuti, tuti voi, mal maritati, ricorete alla sua dottrina, perché ivi trovarete quanto vi è necessario di sapere, sí che spesso volgerete li vostri ochi a cerca la donna vostra, senza che vi esorta il savio vecchio; perché la scritura nostra ve insegna a quanti modi avete a volgere li vostri ochi, benché si volgeno alcuna volta per la satisfazione di la vostra donna nel stretto abracciarsi ed altre piacevolissime cortesie, come voi sapete. Imperò non vi maravegliate che io non mi stendo qui del vario volgere di ochi e di varie persone, perché son certo che voi sapete che qui non ragiono del volgere de’ ochi di lascivi amanti, non di astuti cortigiani, non di mercanti avari, ma solo di voi, che forse non meno di me angosciate, non meno di me forse vi dolete di la vostra sorte, penando, come io penai, per mia disgrazia. Sí che, accorti, volgete spesso li vostri ochi al bisogno della vostra donna, alla sua contentezza, alli sua spassi, se amate vivere contenti nel sacro e santo matrimonio. Il che facendo, la donna vostra comprenderá esservi grata, di sorte che la indurete a maggior vostra benevolenza, a servarvi la promessa fede, studiando solo di piacere a voi solamente e non ad altrui. Sí che volgetivi spesso alla donna vostra, se non volete essere dannati da ella, come io son stato dannato. Non mancai perciò in tutto quelo che ’l bon marito deve fare per compiacere alla sua donna; nondimeno la mia sorte è stata tale che, stando amogliato, tutto quanto ero fatto mole. Perciò non vi meravigliate che ancora io vado scolorito e con poche forze, perché di longo stracio, non altrimente che di lunga infirmitá, uomo stenta longo tempo a refarsi e ristorarsi.