Pagina:Trattati del Cinquecento sulla donna, 1913 – BEIC 1949816.djvu/40

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34 i - dialogo


Raffaella. Questo t’interverrebbe, quando tu facessi alcuna di quelle cose, ch’io t’ho detto, con poca destrezza ed affettatamente; ma, se la farai di sorte che paia che tu di ciò non t’accorga, e, con un poco piú di rossore e un non so che di vergognarti, farai parer di essere necessitata a farlo, chi sará quello che per questo te ne giudichi manco modesta o vana?

Margarita. Se ben si tien coperta agli uomini questa vanitá, a Dio non si potrá giá nascondere.

Raffaella. Io t’ho giá detto, Margarita, e ridico di nuovo che, se fosse possibile, sarebbe benissimo fatto appresso a Dio non far mai un minimo peccatuzzo, anzi viver come una romita fra paternostri e rosai e discipline. E Dio ’l volesse che si potesse fare, chè non ci sarebbon tanti peccatori al mondo! Ma perchè io, per la prattica che ho, conosco chiaramente che noi siam nati peccatori, e che bisogna per forza far una di queste due cose: o sfogar la malizia, col commetter un poco di qualche erroruzzo, in gioventú; over errar poi in vecchiezza con maggior danno e vergogna, e pentirsi de la gioventú passata invano, e cader per questo in desperazione; per fuggir dunque tanta ruina, conosco essere necessario ed utile lo sfogare gli animi negli anni giovani, nei quali Dio piú facilmente perdona ed il mondo scusa piú, e piú par che acconvenga e rida quel che si faccia. Nondimeno, se ti basta pure l’animo a te sola, piú che a tutti gli altri, di essere unica in questo mondo, col guardarti e mantenerti, fin che vivi, senza un minimo peccatuzzo, io ti conforto e ti conseglio per far questo, che sarebbe molto buono, che tu non uscissi quasi mai de la camera tua, e che tu andassi braccando vigilie e quattro tempora, e ti disprezzassi in tutto e fuggissi ogni conversazione. Ma, confidandoti non poterlo fare, ti conseglio, da figliuola, che tu hai (salvando sempre la modestia ed onestá tua) da passare i tuoi anni giovenili allegramente, e pensare che non vengano se non una volta, e che un medesimo piacere in quel tempo giova e diletta infinitamente ed è scusato da tutti e perdonato da Dio con l’acqua santa; e ne la vecchiezza poi è deriso da ognuno, aggrava la conscienzia assai e porta pochissimo diletto e piacere. Sí che, per fuggire questo disordine, io