Pagina:Trattati del Cinquecento sulla donna, 1913 – BEIC 1949816.djvu/45

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de la bella creanza de le donne 39


Raffaella. In ogni luogo, dove gli accada di conversare o con donne o con uomini, abbia avertenzia costei di non si lassar mai trasportar a far un minimo movimento, o dir una minima parola, che passi il termine de la modestia ed onestá. Perchè t’ho detto, e ti replico, che questo è quel che fiorisce ogni azzione d’una donna: e però ingegnisi, in tutto quel che fa o dice, che penda piú presto in essere troppo continente che troppo ardita e sfacciata; e faccia profession non solo che gli dispiaccino i vizi e la viltá, cosí in lei istessa come negli altri, ma che gli dilettino ancora l’opere virtuose e gentili. Fra tutti i brutti costumi, che gli sia da fuggir, sempre voglio che principalissimamente s’ingegni di non esser bugiarda nè novellaia; anzi mostri sempre di parlar puramente de le cose come le sono, salvo quel che potesse nuocere a l’onestá sua, perchè in questo è ragionevol di fuggire e simulare una cosa per un’altra, piú che può. Abbia ancora avertenzia di non dir mai cosa nissuna, che possa generar sospetto alcuno in qualsivoglia; il che gli interverrá, se piglierá per vezzo di non parlar mai troppo, e pensar prima la cosa inanzi che gli esca di bocca, ed avertir a le cose, che gli son domandate, inanzi ch’ella risponda, perchè oggi la nostra cittá è piena di malissime lingue, ed a ogni piccola cosa e semplicemente detta si fa un comento grandissimo, ed è diffidi cosa a ripararsene; ma il parlar poco e con accortezza è il meglio che si possa fare. È molto da fuggir ancora il venir in fama di mala lingua, il qual vezzo è oggi quasi in tutte le donne, ed è pestilentissimo e vile. Però una donna ha da cercar sempre i fatti degli altri, ma dir ben di chi lo merita e non dir mal nissuno.

Margarita. Or non ha da far differenzia o nel parlare, o in tutto quel che gli accade, fra un virtuoso e gentile ed un altro scostumato e vizioso?

Raffaella. Assaissimo. Perchè, sí come io t’ho detto che una gentildonna ha da prezzar piú ne l’animo suo le persone virtuose e gentili che li scellerati e sgarbati, cosí ancora ha da far qualche differenzia di benignitá ne l’accogliere le riverenzie e gli onori, e i ragionamenti di quelli e di questi; perochè di