Pagina:Trattati del Cinquecento sulla donna, 1913 – BEIC 1949816.djvu/95

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angoscia 89


veggiamo come si governa. Di sorte giudico che si governa come la volpe, che studia sempre a l’oltraggio, anzi è di natura insidiosa; nè è spogliata di proprietá di lupo, perchè sempre attende alla rapina; non si satolla mai, come la scrofa, perchè non pensa ad altro salvo che a l’ingrassare. Alcuna volta si assimiglia al nibbio; di civetta ha gli occhi e collo; la coda e voce di cornacchia; ad ogni carogna se accosta come la gatta; per tutto mette il naso, il muso come un bracco; se assimiglia al cane de l’ostaio; ed ha bontá di mula, che non sa trar che calzi. Sí che, avendo natura e costumi di questi animali che viveno senza legge, non se può riprendere. Pertanto chi non ha legge è pazzo, fuori di sentimento, di giusto a l’iniusto non fa diferenza alcuna, di oddio allo amore non fa comparazione, di piacere alla sconsolazione non fa caso, ama e disama nel medesimo tempo, non gode di contentezza nè si attrista di sconsolazione, non conosce il bene per non saper fuggire dal male. Pertanto dico: non ha legge chi sempre sta nella confusione, con la donna che vive senza freno. Ragion non teme chi è senza l’intelletto. Ma, acciochè possiate conoscere meglio chi non teme giustizia, overo la ragione, dirovi prima che cosa è la ragione, perchè subito poi conoscerete che cosa è donna, che non teme la giustizia, e quanto è iniqua, perversa e ria colei che di ragione non fa stima, omai intenderete. Dico che la ragione propria è quella forza del nostro animo, con la quale semo differenti dagli altri animali. E descrivesi in questo modo: la ragione è il moto della mente nostra a quelle cose che si dichiarano, discuteno, distinguendo ed abbracciando, come si deve; overo è quello discorso de l’animo nel conoscere il vero dal falso. Altrimenti: la ragione è quella cagione, la quale ne dimostra il vero di quel che cerchiamo sotto breve suiezzione; overo è l’imitazione di natura. Perciò confesso nisuna cosa al mondo essere buona senza ragione, nè essa donna, quando non imita la natura. Perciò, non avendo ragione e non amando giustizia, ciascuna donna, ingiusta e senza ragione, doverebbe essere scorticata viva, come fu scorticato il giudice di Cambise per avere dato l'iniqua sentenza. Pertanto gli è cosa manifesta