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Pagina:Trattato de' governi.djvu/13

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xiv avvertenza

cose che suecederono in quei turbolenti tempi e difficili, ne’ quali maggiormente si fe’ palese la prudenza di molti cittadini, e particolarmente quella di Niccolò, e prendè occasione di difenderlo da molte calunnie de’ suoi emuli ed avversarj. Chiamollo egli in questa sua scrittura principe della fiorentina Repubblica, la quale egli poi finì, seguita la morte di Niccolò che accadde in Carfagnana nel mdxxviiii.

« Ebbe per moglie Bernardo Segni la Gostanza di Giovanfrancesco di Pagnozzo Ridolfi, di cui gli nacquer nove figli. Risiedè di molti autorevoli magistrati con fama di prudenza civile. Fa poi mandato dal duca Cosimo per gravi negozj al re de’Romani circa l'anno mdxli, donde tornò con gran eredito e riputazione. Scrisse in diversi tempi più opere, commentando e traducendo la Rettorica e la Poetica d’ Aristotile1, confortatone da’suoi amici, e particolarmente da Lorenzo Ridolfi, Filippo del Migliore e Pier Vettori, uom singolare e dottissimo col quale egli confidò e conferì detto volgarizzamento e si servì delle correzioni e lezioni del suo testo, dopo le quali tradusse e commentò anche l’Etica e l’Economica2 del medesimo autore. Tradusse anche, e con paragrafi illustrò, i libri della Poli-

  1. Ambedue queste traduzioni videro la luce colle stampe del Torrentino im Firenze nel 1559, dedicate al duca Cosimo, e due anni dopo, cioé nel 1551, si stamparono la Vinegia per Bartolonimeo, detto l’Imperatore. G Gargani.
  2. L’Etica dedicata al medesimo duca Cosimo agli 8 di agosto del 1550 fu data in luce nel mese e nell’anno stesso dal Torrentino in Firenze. G. G.