Pagina:Trattato de' governi.djvu/158

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debbino essere nei magistrati, stima che gli pari, e li simili debbino egualmente governare. Queste adunche sono le ragioni di chi dà contra la podestà regia.

Ma tai cose forse sono buone in certi casi, e in certi non sono così; e la ragione è che e’ si dà quello che per natura debbe stare sotto al signorile imperio, e quello che sta sotto il regale, e quello, che sta sotto il civile. Il quale imperio è utile e giusto. Ma l’imperio tirannico non è secondo la natura, nè alcun altro modo di stato, che sia trapassato; perchè tali sono contra natura. Ma per le cose dette è manifesto, che infra gli pari e simili ei non è nè utile, nè giusto, che uno sia padrone d’ogni cosa, nè senza legge governando, ma essendo ei legge; ne ancora essendo esecutore delle leggi, nè essendo come buono preposto ai buoni, nè essendo come non buono ai non buoni, nè avvenga che per natura e’ fusse migliore degli altri, se non in un certo modo. Il quale modo si dirà come e’ sia fatto ed essene detto ancora innanzi.

Ma prima è da determinare qual soggetto sia quello che debba stare sotto il regno, e quale sotto lo stato ottimate, e quale sotto la repubblica.

Sotto il regno adunche debbe stare un popolo, che per natura sia atto a sopportare per signore civile una stirpe, che per virtù avanzi altri. Sotto l’ottimate sta bene quel popolo, che per natura sia atto a sopportare d’essere signoreggiato d’imperio da liberi, da quei che sopravanzino gli altri di virtù per dominare civilmente. E da republica è quello, dove per natura viene su una gente atta alla guerra, ed atta a comandare, ed atta ad ubbidire secondo le leggi che convenevolmente distribuischino i magistrati alli cittadini poveri.

Dove adunche o tutta una stirpe, o uno solo avanza tanto di virtù gli altri, ch’egli, o ella sia