Pagina:Trattato de' governi.djvu/296

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egli ha a giudicare e ad eseguire; e quando uno medesimo faccia ogni cosa e’ si tira addosso ognuno per nimico.

In molti luoghi si costuma di dividere la cura di chi guarda i prigioni, e di chi eseguisce loro contra; siccome è in Atene il magistrato degli undici: onde è ancora meglio separare questo e trovare qualche gretola ancora qui da scaricarsi. Chè tale magistrato invero non è meno necessario del detto e interviene che gli uomini da bene molto lo sfuggono. E il metterci dentro li cattivi non è sicuro, perchè essi hanno maggiore bisogno d’essere guardati, che guardare altri. Onde sopra ciò non si debbe mettere un solo magistrato nè farvici li medesimi sempre, ma debbesi mettere dove è ordine alcuno di giovani sopra ciò, ora questi, e ora quegli ad amministrare simile ufficio.

Li primi magistrati contati adunche si debbono mettere per necessari, e dopo li necessari quei che non sono di minore degnità, avendo tali bisogno di molta esperienza e di molta fede. E simili sono quei che hanno la guardia della città, e tutti quei che hanno la cura della guerra, perchè e nei tempi di pace, e nei tempi di guerra si ha di molte cose bisogno, dovendosi avere cura delle porte e della muraglia, e dovendosi descrivere i cittadini e notare molte cose.

Chè in certi luoghi sopra di ciò si fanno più magistrati, e in certi manco; come è nelle città piccole, uno serve per tutti, e chiamansi tali capi degli eserciti, e commessari sopra la guerra. Oltra di questo dove fusse gente d’arme, e fanteria leggermente armata, o arcieri, o ciurma navale, sopra ciascun di questi alcuna volta si constituisce un magistrato, che si chiama capitano della armata, o mastro dei cavalieri, o colonnello, e sotto questi particolarmente si mettono li capitani delle galee, e li capi di squadra, e li centurioni,