Pagina:Trattato de' governi.djvu/307

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stato per non gli avvertire, siccome avvenne in Ambracia, dove, dandovisi i magistrati a chi v’aveva poco censo, vi si ridussono le cose al fine, che e’ vi si davano a chi non n’aveva punto, come se e’ fusse quasi il medesimo, o senza differenza alcuna il poco e il niente.

È ancora cagione di discordia il non essere li cittadini d’una medesima stirpe, infine a tanto ch’ei non divenghino una cosa medesima; imperocchè così come la città non di qualsivoglia moltitudine è composta, medesimamente ella non si compone ancora in qualsivoglia tempo. Onde tutti quei, che hanno ricevuto compagni, o forestieri, la più parte hanno avuto tumulti civili, come intervenne ai Troiugeni1, con li quali gli Achei abitarono insieme la città di Sibari. Ove essendo gli Achei fatti più di numero cacciarono poi li Troiugeni. Onde alli Sibariti nacque quella rotta. E come intervenne ai Turi, dove li Sibariti, che insieme abitavano, ferono loro il medesimo, perchè, parendo a quei di Turi ragionevole d’avere più, essendo la provincia loro, vi rimasono rovinati. E come avvenne a quei di Costantinopoli, contra dei quali avendo congiurato i vicini, essendosi scoperta la cosa, vi restarono vinti in un fatto d’arme.

E li Antisei avendo ricevuto in casa i ribegli di Scio, alla fine gli cacciarono via a forza d’arme. E il medesimo danno intervenne a Saclei2 de’ Samî, che essi avevano ricevuti, cioè che li Saclei furono cacciati dai Samî. E quei di Apollonia, che sono in sul mar maggiore, avendo messo in casa li vicini, furono poi ripieni di sedizione. E li Siracusani dopo gli stati tirannici, avendo ricevuti per cittadini li forestieri, e li soldati mercenari, ferono sedizione, e vennono a battaglia. E quei di Antipoli3 avendo ricevuti quei di Calcide

  1. Trezenî.
  2. Zanclei.
  3. Anfipoli.