Pagina:Trattato de' governi.djvu/45

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26 trattato dei governi

tatori degli stagni, delle paludi e dei fiumi; e quegli che sono vicini alle marine, che ciò comportino. Altri sono che vogliono, predando, procacciarsi la vita dagli uccelli; e altri dalle bestie selvatiche: ma la più parte degli uomini vive della agricoltura e dei frutti dimestichi. E tante sono adunque le vite degli uomini. La vita pastorale adunque, recapitolando, quella dei contadini e quella che preda, e che caccia, e che pesca, sono quelle che si procacciano il vitto naturalmente, e non per via di baratti, e di mercantili faccende. E certe ne è, che mescolando insieme questi esercizj soddisfano piacevolmente ai bisogni della natura, dove ella manca di sufficienza, come è dire: esercitando ad un tratto la vita pastorale e la predatoria; ed altri l’agricoltura e la caccia. E così discorrendo per tutti gli altri, vivendo ciascuno in quel modo, che il bisogno e la necessità gli costringe. — Un simile modo adunque d’acquistare par che abbia la natura a ciascuno introdotto; tenendo il modo medesimo negli animali condotti a perfezione, che ella tiene subito ch’e’ sono generati. Imperocchè dal principio di essa generazione certi insieme partoriscono tanto nutrimento, che basti infino a tanto, che il feto da sè stesso se lo possa somministrare; come sono gli animali, che generano vermini; e quei che partoriscono le uova. Quegli ancora, che l’animale partoriscono, ritengono in loro stessi il nutrimento per l’embrione infino a tanto che ei si scopra la natura detta del latte. — Laonde è da stimarsi, che ella mantenga un simile ordine negli animali già fatti; cioè, che le piante sieno fatte per la vita loro, e che gli altri bruti tutti sieno fatti per l’uomo, li dimestichi, dico, e per suo uso, e per suo nutrimento. Ed i salvatici, se non tutti, almeno la più parte e per nutrimento, e per altri bisogni; cioè per trarne vestimenti e