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Civiltà ed arte etrusca alla Certosa, ecc. 79

sul passaggio della dominazione umbra all’etrusca, quando la città di Felsina era a capo della federazione padana, ma ancòra nel successivo passaggio della dominazione etrusca alla celtica, e di questa alla romana.

Le tombe della necropoli etrusca della Certosa sommano a ben quattrocento, e si distinguono in quattro gruppi principali, che sembrano disposti intorno ad una via suburbana, che dipartivasi da una porta della città. Le tombe contengono o cadaveri umati, 0 resti di cadaveri combusti; sono di semplice fossa rettangolare, o di fosse rivestite di ciottoli a secco, od anche di pozzi circolari pur rivestiti di ciottoli, o infine di fosse, che dovevan contenere una cassa di legno, come sembra provato da chiodi di ferro rinvenutivi. Ammonticchiati sopra le fosse erano ciottoli a strati orizzontali; molte poi avevano per segno esterno o grandi ciottoli di forma ovoidale, ovvero stele di pietra calcare a forma ovoidale, od anche a ferro di cavallo, alcune liscie, ed altre ornate di figure a rilievo, con rappresentazioni funebri. Probabilmente queste stele portavano dipinto anche il nome del defunto. Predomina il rito dell’umazione, essendo le tombe di scheletri incombusti in numero assai maggiore di quelle con residui combusti. Gli scheletri giacevano supini, coi piedi a levante, avendo a sinistra la suppellettile funebre; i residui della cremazione, raccolti in ossuari fìttili, in ciste o in situle di bronzo, giacevano deposti dentro la fossa, o pozzo con altre stoviglie ed oggetti (ved. tav. 26, 2).

L’abbondantissima suppellettile funeraria della Certosa si rivela innanzitutto come prodotto d’una industria e d’un’arte locale o nazionale, poi vi si aggiungono prodotti importati da un’arte forestiera, e infine appaiono i prodotti d’una fusione delle due