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124 Arte etrusca.

settentrione a mezzodì (cardo). Nel punto di mezzo, o d’intersezione postavasi l’augure a far l’osservazione, guardando a mezzodì, e considerando come favorevoli i segni che mostravansi a sinistra, infausti quelli di destra. Per la linea del decumanus lo spazio del templum restava diviso in due parti pressochè uguali, un’anteriore (pars antica), l’altra posteriore (pars postica), e prendeva forma quasi quadrata (con una proporzione di 6 di lunghezza per 5 di larghezza); la pars postica costituiva la cella, la pars antica il pronao, divisi per mezzo d’una parete, con una porta collocata nel luogo di intersezione delle ideali linee di limitazione (ved. Atl. cit., tav. XVI, n. 2).

6. La colonna nell’architettura templare etrusca. — Questo quanto all’area templare. L’architettura poi del tempio, assai poco nota, si presenta come derivazione dal greco, riproduzione dell’ordine dorico, ma con notevoli modificazioni. La colonna ne è elemento principale; posa sopra una base, ha proporzioni più slanciate della dorica (cioè 7 diamatri o 14 moduli); l’intercolunnio è assai ampio, rispondendo ad uno spazio di quattro diametri. Il capitello è simile al dorico con echino ed abaco. Sulle colonne posa l’architrave, non di pietra viva ma di legno, onde per la pochezza del suo peso si spiega il largo intercolunnio (v. Atl. cit., tav. XVI, n. 1). Le teste di travi sporgenti, poggiate sopra l’architrave, e al di sopra di queste la gronda (o cornicione), assai pronunziata, sostenevano un alto frontone con ornamenti di terracotta.

L’insieme dell’edificio templare largo e basso mancava dall’armonica severità dell’ordine dorico, e aveva invece un’apparenza greve e tozza. È probabile poi che, per l’ampiezza degli intercolonni, per l’architrave di legno, per la qualità del mate-