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Toreutica. 151

deposte in tombe per contenervi ceneri, ma effettivamente prima oggetti da toletta. La forma a cordoni è la più antica, la primitiva per tali ciste; le quali per la maggior abbondanza di ritrovamenti in regioni padane, a cominciar dalla prima scoperta a Monteveglio, nel Bolognese, l’anno 1817, si credettero opera degli Etruschi settentrionali. Altro genere di ciste, o a dir meglio, ciste lavorate in tempo d’industria e d’arte assai più progredite, e fornite quindi d’un maggior pregio intrinseco, ma derivanti dal tipo primitivo della cista a cordoni, sono le ciste trovate in tombe dell’Etruria propria, a forma di vaso cilindrico riposante su peducci lavorati, chiuso da coperchio, ornato di rappresentazioni figurate, incise a punta, o fatte a rilievo. Il passaggio dalla forma primitiva a questa più sviluppata parrebbe rappresentato da una cista trovata a Vulci, che ha il corpo ornato di quattro cordoni rilevati ed è sostenuta da peducci ad unghia forcuta sormontati da testa di Medusa1.

A questi cofanetti si volle attribuire un carattere religioso, come destinati a qualche speciale uso nelle misteriose funzioni di Bacco, e perciò le chiamarono ciste mistiche. Ma, come già si è detto, gli oggetti in esse solitamente contenuti, spettanti al mundus muliebris, cioè specchi, vasetti da unguento, fibule, aghi crinali, pettini di metallo, di osso o di legno, strigili, ecc., e perfino un ricciolo di capegli posticci (tanto è antico l’inganno delle belle chiome!) dicono chiaramente che son scatole o nécessaires de toilette, senza che tuttavia resti assolutamente esclusa la possibilità anche d’una sacra destinazione. Le più delle ciste non si tro-

  1. Boll. Ist. Corr. Arch., 1880, pag. 213. Ved per la cista Ficoroni la nostra tav. 34.