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Pittura. 157

e stanno allineate, con poca prospettiva, e con rari particolari, come tra figura e figura frondi e rami (ved. tav. 40 a e b), allusivi talora agli alberi dei giardini d’Eliso. Le figure sono disegnate a contorno, gli spazi interni riempiti di colore; nella colorazione c’è ricerca di effetto.


II. — Le due scuole pittoriche principali.


Come si è veduto nella plastica, così nella pittura etrusca vi sono due periodi e due scuole o maniere: l’arte arcaica nazionale o toscanica; l’arte etrusco greca. Queste due scuole hanno avuto una successione cronologica, e poi vissero anche insieme. Nelle pitture del periodo arcaico vi è la solita rigidezza di disegno, durezza di atteggiamenti e di mosse, con sforzo d’imitazione della realtà; le figure non mancano di rilievo, ma stanno allineate; manca la viva espressione dell’azione, mancando l’accordo fra il concetto e l’esecuzione artistica.

Succede un periodo intermedio fra l’arte nazionale e l’arte di scuola greca, in cui c’è un arte più libera ed agile. Infine nel seguente periodo dello stile compreso nell’influenza greca, vi è un passo alla maniera propriamente pittorica (ved. tav. 38 e 39); l’artista padroneggia gli strumenti dell’arte; traduce copia maggiore d’idee, mostra sentimento del bello, piena intelligenza delle forme; sollevandosi oltre la stretta imitazione della realtà, tende a nobilitare i soggetti; i volti prendono espressione e tengono del profilo greco (ved. tav. 41); le vesti seguono le movenze con leggerezza di pieghe e di svolazzi (ved. tav. 40 b). È probabile che tale influenza venisse dalle scuole surte nel tempo dei Diadochi.