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Architettura. 245

del tempio che costruiva Didone diceva

          ......nexaeque
Aere trabes, foribus cardo stridebat ahenis1.

Secondo l’iscrizione sulla fronte, il tempio data dal consolato d’Agrippa, nell’anno 27 av. C., secondo Dione2 dal 25 av. C.; si intende che nel 27 fosse finito e nel 25 solennemente dedicato. Architetto, secondo Plinio, ne fu un Valerio Ostiense3. La ricchissima ornamentazione era opera di Diogene ateniese, il quale aveva scolpito figure di Cariatidi, che ornavano l’interno; forse erano disposte a sostenere le edicole erette fra gli intervalli dei nicchioni, alle quali furono poi sostituite in tempi posteriori colonnette di porfido e di giallo. Di queste Cariatidi si crede di riconoscere ancora alcune fra quelle conservate nel Museo del Vaticano e nel palazzo Giustiniani; presentano una grande somiglianza con le Cariatidi dell’Eretteo sull’Acropoli d’Atene4. Non pare che l’atrio o pronao entrasse nel primo concetto di questo edifizio, ma forse fu una modificazione del disegno. Secondo Dione, Agrippa voleva porre nell’interno la statua d’Augusto e denominare il tempio da lui; ma Augusto non volle, perciò nell’interno fu posta la statua di Cesare, e quella d’Augusto con l’altra del fondatore del tempio fu posta all’esterno nei nicchioni del pronao. Davanti al tempio stendevasi una piazza cinta da porticato; il tempio andava connesso con le terme; annessi a così grande complesso di fabbriche erano giardini, stagni, un euripo.

  1. Virgilio, Eneide, I, v. 448-449.
  2. Ved. Dione, l. III. 27.
  3. Ved. Plinio, N. H., XXXVI, 24.
  4. Ved. Gentile, Storia dell’arte greca, Milano. Hoepli, 1892, vol. I, pag. 83, 115. Cfr. Atlante, tav. LVII, LIX, LXXXIII.